La musica rai (meglio definirla pop-rai cmq, per distinguerla da quella tradizionale precedente) si e' sviluppata nei dintorni di Orano, nell' Algeria occidentale; e forse non e' un caso, visto che proprio qui esisteva, oltre ad uno straordinario incrocio di influenze beduine, marocchine, spagnole, francesi e nord-africane, la giusta "atmosfera" di night-clubs che favorirono uno stile libertino di cui il pop-rai fu espressione.

La nascita del pop-rai coincide circa con la rivoluzione punk in Europa (seconda meta' degli anni '70) ma le tematiche forse erano piu' vicine all' esplosione del rock'n roll negli USA negli anni '50: sesso, automobili, droga (alcol nel specifico), temi censurati duramente sia dalle gerarchie islamiche che dal governo socialista.

Paradossalmente la spinta decisiva venne dai tanti giovani emigrati in Europa, in primis Parigi, Lione, Marsiglia che promossero la loro musica al di fuori della loro comunita' fino a raggiungere Francoforte, Milano e perfino Tokyo e Rio!  

La parola "rai" significa "opinione" e viene utilzzata spesso come refrain, quasi a voler incitare una risposta del pubblico, ma la musica algerina ha un passato ben piu' intricato; negli anni '20/'30 potevamo riconscere 2 correnti principali: la prima, rappresentata dagli uomini (Chiekh), si basava su vecchie poetiche ballate beduine, mentre la seconda, di cui erano le donne (Cheikha) protagoniste era la colonna sonora dei caffe' ante-guerra; e' da queste licenziose canzoni che possiamo far risalire l' origine del Rai moderno.

L' anello di congiunzione tra le 2 epoche si puo' identificare in Bellemou Messaoud, che in Itali abbiamo avuto modo di conoscere grazie all' Extrafesta di Radio Popolare e al disco live tratto da esso; la sua carriera inizio' negli anni '60, quando il trombettista, per primo, introdusse i fiati, il basso e la chitarra elettrica (ispirandosi chiaramente a ritmi contemporanei  quali twist e rock), strumenti che avrebbero sostituito nel corso degli anni i tradizionali violini, flauti, liuti e percussioni; dalla sua collaborazione con Cheba (giovane in contrapposizione con le antecedenti) Fadela, nacque nel 1979 l' hit "Ana Ma H'lali Ennoum" che possiamo considerare la svolta della musica algerina. Questa cnzone spinse molti Cheb (giovani, come volevano essere chiamati ad indicare la rottura generazionale/musicale rispetto appunto ai Cheikh) a gettarsi nel nuovo mondo.

La loro vita era fatta generalmente di lavoro durante i giorni della settimana e di feste di matrimonio e night-clubs nei restanti momenti; qui, potevano essere scoperti da sedicenti manager che facevano incidere loro delle cassette nei retro-bottega dei negozi di dischi, cassette che poi venivano vendute immediatamente dopo, senza curarsi di aspetti tecnici quali il mixaggio. Le canzoni spesso erano le stesse per i differenti artisti, quasi a lanciare la sfida per il miglior interprete.

L' apparizione di Rachid (col fratello Fethi), il primo produttore professionale, a meta' degli anni '80, cambio' le carte in tavola: innanzitutto vennero tolte le improvvisazioni (quali i saluti a parenti, amici, fans) che contraddistinguevano le cassette precedenti, poi si comincio' a registrare piu' volte lo stesso brano in modo da ricavare il meglio delle possibili interpretazioni: la voce sarebbe stata successivamente mixata alla parte strumentale. Perfino il look venne in un certo modo curato (siamo negli anni '80!) se e' vero che Rachid si faceva sempre ritrarre in sembianze da Fidel Castro.

Da questa fase uscirono le prime grandi stars del pop-rai a partire ovviamente dal loro re Cheb Khaled

 

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