Dopo 3 settimane di tribolata navigazione a marzo '92 l' arrivo in Venezuela che era in una situazione (abbastanza comune) di pre-golpe tale che in albergo la Mano Negra trovo' un fax che li invitava a non intrattenersi con esponenti della sinistra altrimenti il concerto sarebbe stato annullato; ma il giorno della parata c' erano 50000 persone in strada ad ammirare quegli strani saltimbanchi che raccontavano la storia della loro gloriosa nazione come fosse un carnevale e il concerto, sebbene molto teso e sotto gli occhi dei militari, si svolse regolarmente.

Seconda tappa fu Cuba in cui, sotto l' occhio vigile dei funzionari di partito, Manu "insegna" ai giovani metallari caraibici lo stage-diving, poi la Colombia (60000 in piazza a Bogota'), il Messico, Santo Domingo, l' Ecuador, l' Uruguay e l' Argentina da dove si riparte per la Francia, senza ovviamente dimenticare il Brasile.

Ovviamente il Brasile e' particolarmente esperto in parate e il Royal de Luxe viene premiato da grande successo; lo stesso per la Mano Negra che ha modo di conoscere Jello Biafra (il leader dei seminali pank californiani Dead Kennedy's) anche lui presente a Rio per contestare Bush Senior che partecipava alla conferenza internazionale sull' ambiente Eco '92 (ricorda qualcosa?): l' apice della loro jam-session una versione devastante di "I Fought The Law" dei Clash. 

Questa avventura oltre-oceano pero' con tutte le sue difficolta' incrino' l' unita' del gruppo: 3 membri (tra cui Tonio) decisero di abbandonare mentre l' altrettanto importante Tom Darnal pose le prime basi a Cuba per un futuro percorso artistico: il nome Mano Negra diventava sempre piu' sinonimo di Manu Chao e questo ovviamente poteva non piacere agli altri componenti.

Mentre la Virgin faceva uscire un live registrato in Giappone ( "In the Hell of Patchinko", sfruttando la somiglianza tra il nome del "flipper" nipponico e lo stile della band) per contrastare il florido mercato di bootleg che cresceva intorno (e in Italia in particolare), Manu si butto' su un altro progetto, se possibile ancora piu' difficile: in Colombia esistevano (e la situazione non e' cambiata) solo 3200 km di ferrovia e, di questi, la meta' inutilizzata; con l' aiuto di qualche sponsor e negoziando con la guerriglia e l' esercito, il piano era di ridare vita all' antica linea coloniale e di portare la musica in tanti piccoli paesi controllati dai "senor matanza" di turno; l' organizzazione rchiese un anno in cui, oltre a scrivere i pezzi per il prossimo album, Manu si esibi' in concerto con i  Negu Gorriak a nome Radio Bemba (unica occasione in cui comparve questa sigla, quasi un passaggio tra le 2 fasi della sua storia artistica).

Anche il treno in Colombia aveva dei riferimenti letterari: era chiamato l'"expreso del hielo" in onore, ancora, di Gabriel Garcia Marquez e portava con se' un narratore d' eccezione, il padre di Manu, Ramon Chao, autore di libri, critiche letterarie nonche' responsabile delle trasmissione in spagnolo di Radio France; nonostante tale curriculum Manu gli intimo' di rinunciare il piu' possibile a citazioni dotte ed altre velleita' intellettuali in modo che uscisse un libretto leggibile da tutti e cosi' fu se "Un train de glace et de feu" (Editions la Difference) spinse qualche anno dopo una giovane catalana a ripercorrere il percorso del treno e scoprirvi che era ormai entrato nelle leggende popolari!

Quello che rimase nei ricordi soprattutto dei bambini che lo videro passare erano i vagoni costruiti pazientemente in 8 mesi di lavoro da 80 tecnici (in maggior parte francesi) tra cui il vagone del fuoco che entrava in fiamme nelle stazioni, il vagone dello yeti (quando si trovava un "volontario" che si infilasse la pelle), il vagone delle comunicazioni per rimanere in contatto radiofonico con Francia e Colombia ma, soprattutto il vagone del ghiaccio dove una macchina costruiva un enorme "diamante" di ghiaccio che veniva sciolto dalla lingua di fiamme di un' iguana meccanica.

Il giro va avanti in mezzo a problemi, incidenti, macati finanziamenti, appelli dei lavoratori che avevano costruito il treno a non abbandonare, perquisizioni della guerriglia delle FARC, dell' esercito, dei gruppi para-militari foraggiati dai cartelli della droga etc. senza sapere se il giorno dopo ci sarebbe stato un altro concerto o si sarebbe dovuti tornare a casa: la data piu' importante pero' nella storia artistica di Manu Chao fu la seconda esibizione a Santa Marta, quando in risposta al governatore che aveva preteso di salire sul palco per un breve saluto alla folla (...) la Mano Negra rispose proponendo all' interno di una canzone "el pueblo/ unido/jamas sera vencido", un simbolo della ribellione in Sud-America: la tensione sale a tal punto che, nonostante non ci furono arresti o simili, altri 4 componenti della banda (tra cui Santi) decisero di abbandonare: era stato virtualmente l' ultimo concerto della  Mano Negra mentre l' ultimo disco sarebbe uscito a maggio del 1994.

 

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