Tra una incisione e l'altra, nell'estate del 1975 il gruppo tenne numerosi concerti in Europa: tra questi ci furono due serate al Ballroom Lyceum di Londra, che sono ricordate come le migliori del decennio. La registrazione di quelle due date diede vita a "Live", che scalò le classifiche e che conteneva "No Woman No Cry" un grandissimo successo mondiale, ancora oggi indimenticabile. Nel frattempo Peter Tosh e Bunny Wailer avevano ufficialmente lasciato gli Wailers per intraprendere la carriera solista. Agli Wailers si unirono il chitarrista Al Anderson ed il tastierista Bernard "Touter" Harvey: questi verranno poi sostituiti nel 1977 da Junior Murvin e Tyrone Downie.

Tutte le canzoni di questi album esploravano magistralmente i temi dell'impegno sociale, della spiritualita e dell'introspezione, della famiglia e della morte, temi che lo posero idealmente a capo di una generazione, con tutti i rischi che questo comportava come il gravissimo attentato che subi' il 3 Dicembre del 1976 quando 6 uomini armati spararono a lui, a sua moglie, al manager degli Wailers Don Taylor ed a Don Kinsey, fortunatamente senza gravi conseguenze.

La reggae-mania era definitivamente scoppiata e nel 1976, la popolarissima rivista statunitense "Rolling Stone" proclamò "band dell'anno" Bob Marley & The Wailers. La fama era arrivata anche in Africa e In Etiopia in particolare se in Inghilterra Bob ebbe un incontro con il principe Asfa Wossan (nipote dell'Imperatore Haile Selassie), durante il quale Bob ricevette un regalo molto importante: l' anello Jah Rastafari, appartenuto all'Imperatore etiopico. 

Purtroppo pero' questo fu l' inizio della fine nella vita (e in minor misura nella carriera) di Marley

 

  Invia questa pagina ad un amico

Non ci assumiamo alcuna respnsabilita' sul contenuto di queste pagine: verificate sempre alla fonte
Per ogni informazione/richiesta potete contattare ombelico@patchanka.it